Basilicata da scoprire tra Brienza e i borghi dei murales

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La Basilicata è una regione tutta da scoprire! Il territorio lucano comprende luoghi da conoscere e visitare per i suoi prodotti tipici, ma anche per l’arte e l’artigianato. Inoltre è una terra di cultura e di uomini illustri che può offrire percorsi di storia e tradizioni.

Da Brienza alla colorata Valle del Melandro

Una grande attrattiva è rappresentata anche dal sistema dei Parchi naturali, da quello del Pollino a Gallipoli-Cognato, fino all’ultimo nato della Val d’Agri – Lagogrenese – Appennino Lucano. I rilievi montuosi in Basilicata hanno un aspetto alpestre inaspettato nel Mezzogiorno d’Italia e foreste, solenni altipiani, sconfinati boschi di conifere e faggete insieme a laghi e corsi d’acqua offrono paesaggi dal fascino sorprendentemente nordico.

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Ma la Basilicata custodisce anche tesori d’arte e di cultura che testimoniano come sia da sempre crocevia di popoli. Un punto strategico per andare alla scoperta dei tesori artistici e naturali della Basilicata è Brienza, una cittadina dominata dal Castello Caracciolo che a prima vista potrebbe confondere…

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Il paesaggio infatti trae in inganno e si potrebbe pensare di essere in Scozia! Invece si è al cospetto della rocca medievale di Brienza che svetta sulla parte più antica del paese costituita da piccole case di pietra calcarea grigia costruite le une sulle altre e strette nell’abbraccio liquido dei torrenti Pergola e Fiumicello.

Per visitare il borgo strategica è la posizione del raffinatissimo B&B La Voce del Fiume in cui siamo stati ospiti dell’attenta e premurosa padrona di casa di Rocchina Adobbato e di cui vi parliamo in un post dedicato.

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La struttura si trova ai piedi del castello e a due passi da piazza del Sedile una sorta di cerniera tra la parte antica, quella abbandonata dopo i danni causati dai terremoti e dall’incuria, e quella più moderna, che con i suoi severi e signorili palazzi non tradisce l’origine nobile del borgo.

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I devastanti terremoti del 1857 e del 1980 hanno reso pericolanti la maggior parte dei muri dell’antica Burgentia che può essere visitata solo con una guida: su prenotazione ci si può aggirare tra le antiche abitazioni, gli archi, le chiese e le strette strade in salita che conducono al castello a forma di grande nave.

La nostra visita invece si è sviluppata da piazza del Sedile verso il convento dei Frati Minori Osservanti che attualmente ospita il Municipio.

Un effetto straniante anche quello della piazzetta alberata, raccolta tra il massiccio palazzo Falce da una parte e la chiesetta della Madonna del Carmine con la balconata che si affaccia sul borgo e sul fiume Pergola dall’altra. Ci ha riportato alla mente un piccolo angolo di Provenza, come Moustiers Sainte-Marie, un villaggio dalle case color pastello e i balconi fioriti accucciato sotto una montagna e tagliato in due dal torrente Rioul, o Manosque, la cittadina dello scrittore Jean Giono che la descriveva così: “con i tetti sistemati uno sull’altro come le placche di un’armatura”.

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La passeggiata continua piacevole in via Mario Pagano, intitolata al più illustre figlio di Brienza autore di importanti opere di carattere giuridico. La larga strada, fiancheggiata dai superbi palazzi delle famiglie Paladini, Perrelli, Altavista, Carbone, Paternoster, De Rosa, sale attraverso due rampe in pietra in Piazza dell’Unità d’Italia su cui troneggia la statua alta circa due metri e mezzo che rappresenta Francesco Mario Pagano, martire della Repubblica Partenopea.

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Nel Convento dei Frati Minori Osservanti risalente al 1571, attualmente palazzo municipale, da visitare è il chiostro che presenta un importante ciclo di affreschi di Leonardo Giampietro del 1741 di scuola michelangiolesca.

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Da Brienza si raggiungono facilmente i borghi dei murales nella valle considerata la più dipinta d’Italia, quella del Melandro che comprende i tre paesi di Satriano di Lucania, Sant’Angelo alle Fratte e Savoia di Lucania.

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Satriano già famosa per il suo Carnevale, quello degli uomini albero chiamati Rumit che vagano per le strade del paese bussando alle porte e lasciando un buon auspicio in cambio di un dono, è oggi meta di turisti che qui arrivano in Basilicata da tutta Europa per ammirare i murales sulle facciate del borgo.

Realizzati da diversi artisti, ricoprono i muri delle case del centro e del corso principale del borgo e trattano diversi filoni tematici: dal culto dei santi ai colori della valle, dalla biodiversità e l’archeologia alla leggenda del Moccio di Abbamonte, dagli antichi mestieri a scene della vita del Pietrafesa, il famoso pittore che ha avuto i natali proprio nella cittadina.

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Nel vicino comune di Sant’Angelo Le Fratte le opere raccontano del legame di questi luoghi con la figura del vescovo Juan Caramuel, in missione apostolica qui dal 1657 al 1672, mentre a Savoia di Lucania si dividono tra la storia di San Rocco, patrono del borgo, e quella del cuoco anarchico Giovanni Passannante, l’attentatore di Umberto I che qui nacque e che fu la causa del cambio del nome della cittadina da Salvia a Savoia.

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Successe infatti che il 17 novembre 1878 Passannante aggredì il re ferendolo a un braccio e i Savoia per graziare il paese di cui era originario e rimediare all’onta decisero che non avrebbe più dovuto chiamarsi Salvia, come era stato fino ad allora, ma Savoia di Lucania. Non perdete un giro nel Bosco Luceto intorno al borgo dove scorre il torrente Tuorno, uno degli affluenti del fiume Melandro, che dà origine a dieci cascate: purtroppo la segnaletica lascia a desiderare e per i cellulari non c’è linea per cui non ne abbiamo trovata neanche una!

Ma vale comunque la pena raggiungere questa area naturalistica di notevole interesse che presenta secolari cerri, sorgenti di acqua minerale, una sorgente sulfurea, laghetti e un vecchio mulino ad acqua immerso nel verde.

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E’ sorprendente quante storie ci siano in questa Italia considerata a torto minore! E sorprendente è come la Basilicata, una regione così poco estesa, disponga di un patrimonio grastronomico tanto ricco e differenziato.

Noi a Marsico Nuovo presso il ristorante Al Pergolato (Contrada Calabritto 3) abbiamo fatto il pieno di peperoni cruschi, specialità simbolo di questa regione, ma anche di baccalà che insieme alle sarde sotto sale ha un posto di rilievo nelle tradizioni lucane grazie soprattutto alla facilità di conservazione.

E non ci siamo certo tirati indietro davanti al tagliere di salumi e formaggi locali proposto da Domenico nel suo locale La Cantina (via Cupa) a Sant’Angelo Le Fratte ai piedi dell’imponente e rocciosa frattura della montagna Carpineto. Poi seguito da un assaggio di fusilli, pasta fatta a mano con farina di grano duro, e di ravioli di ricotta conditi con un profumatissimo sugo ai porcini. E come dire di no alla tagliata di podolica servita fumante in tavola su pietra ollare insieme a un piatto di croccanti patate fritte?

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Rosalia
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