Al Museo Ferroviario della Puglia: in carrozza!

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Il Museo Ferroviario della Puglia ha sede a Lecce ed era da tempo nella nostra lista di quelli da visitare. Ci siamo finalmente riusciti durante il nostro ultimo giro in città: visitarlo consente di tornare un po’ indietro nel tempo immaginando di viaggiare come facevano i nostri nonni e i nostri padri.

Un viaggio in treno sul filo dei ricordi

Museo Ferroviario

Ma per me, oltre a un tuffo nel passato, è stato un viaggio nella memoria che mi ha continuamente riportato alla mente il mio papà che nelle Ferrovie del Sud Est ha lavorato per tanti anni, cominciando da alunno di stazione e finendo la sua carriera da dirigente.

Museo Ferroviario

Così, passeggiando tra vecchie carrozze e antiche locomotive, mi è sembrato di sentire il fischio di un treno in partenza prima di percorrere un emozionante percorso tra i ricordi affacciandomi dai finestrini.

Nel nostro giro tra locomotive a vapore, diesel ed elettriche, al traino di carrozze in legno
di varie epoche e da automotrici in varie livree che hanno ospitato ospedali e addirittura trasportato carcerati, ci ha accompagnato Clodomiro Mascia, ex dipendente delle FSE ora in pensione e membro dell’AISAF, l’Associazione Ionico Salentina Amici Ferrovie che dal 2010 gestisce le visite al Museo Ferroviario di proprietà del Comune di Lecce.

 

È stato emozionante immaginare di partire alla ricerca della lentezza e dei percorsi di una volta: salire e scendere da vecchie carrozze ha avuto il sapore dell’infanzia, dell’adolescenza e della gioventù quando il treno era il mezzo con cui raggiungevo per le lezioni la mia sede universitaria partendo a Conversano e scendendo a Bari Centrale.

Al contempo ho immaginato che mi scorressero davanti agli occhi paesaggi noti ma anche sconosciuti ammirando i pannelli illustrativi con foto e documenti d’epoca, cimeli provenienti da vecchie carrozze e modellini di treni nella Galleria sulla Storia della Carrozza Ferroviaria.

Nelle teche all’interno di carrozze che vennero utilizzate tra il 1935 e il 1942 come treni ospedale impiegati sul fronte russo durante la II Guerra Mondiale, sono in bella vista i cimeli della mostra permanente “Signori, in Carrozza!”.

Incuriosiscono i manifesti pubblicitari d’epoca, berretti e suppellettili di varie epoche, modelli in scala e i diorami che riproducono perfettamente suggestivi tratti delle principali compagnie ferroviarie del mondo occidentale. Mi ha reso particolarmente orgogliosa ammirare la parentesi dedicata alla nostra rete locale: le Ferrovie Sud Est.

I due capannoni che ospitano il Museo Ferroviario sono ex officine delle Ferrovie dello Stato denominate Squadra Rialzo, che sono rimaste in funzione fino al 1992, quando l’impianto è stato trasferito a Surbo Scalo. Si chiamava Squadra Rialzo in quanto il materiale veniva rialzato dal binario per interventi su carrelli, assi e ruote e ci sono ancora esposti molti degli attrezzi usati per questi lavori.

Museo Ferroviario

Nel Museo su cinque binari sono esposti 34 rotabili tra locomotive, carri e carrozze, più 7 mezzi di servizio. Tra i “pezzi” più antichi ci sono due locomotive a vapore del 1911, una Breda e una OM Napoli, un carro cisterna FS ungherese del 1900 e un carro cisterna Breda del 1917, una locomotiva elettrica risalente al 1932, un automotore Badoni del 1934 e il Carro chiuso Manifattura Tabacchi Lecce del 1926.

Ma sono stati i rotabili delle FSE a catturare la nostra attenzione e a conquistare il nostro cuore tra carrozze a due assi e carri merci del primo Novecento e carrozze a carrelli costruite tra gli anni ’30 e la fine degli anni ’40 del secolo scorso.

Ed è un Bagagliaio Postale delle FSE a ospitare biglietteria e bookshop del Museo Ferroviario. Nel 2016 la raccolta si è arricchita di un rotabile che è l’unico testimone rimasto della trazione a vapore nel Salento: la locomotiva N. 316 FSE del 1913 che restò in servizio fino al 1977, poi ceduta a una ditta di demolizioni e acquistata da un privato di Bologna prima di arrivare al museo leccese dove è stata recuperata e restaurata.

Un altro pezzo “unico” è la locomotiva a vapore costruita dalla Soc. Ernesto Breda di Milano. Risale al 1911 e ha svolto servizio sino alla fine degli anni ’50 sulle linee appenniniche del Centro Italia ed è l’unica superstite insieme alla “gemella” conservata nel Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa in provincia di Napoli.

Un brivido lungo la schiena è inevitabile nel percorrere i corridoi della Carrozza cellulare Kz 48622 che serviva per il trasporto dei detenuti: una vera e propria prigione ambulante, dotata di 9 celle, con due servizi igienici, sedili alle estremità con 9 posti a sedere per la scorta e perfino una cella con pareti imbottite per detenuti epilettici. Particolare anche il colore di questa carrozza definito “castano Isabella”, una tinta tendente al nocciola che deriva il suo nome dall’arciduchessa d’Austria che per un voto indossò a lungo delle vesti che col tempo assunsero tale colorazione.

Ma non ci sono solo carrozze, locomotori e carri cisterna in mostra al Museo Ferroviario del Salento. In esposizione ci sono anche tre apparati di sicurezza e due quadri sinottici recuperati dalle stazioni FS di Lecce e di Chieuti-Serracapriola.

Nelle ultime sale del museo sono ospitati il punto ristoro arredato con tavoli e poltrone provenienti da carrozze ferroviarie e panche di vecchie sale d’aspetto di stazioni salentine, vecchi utensili e attrezzature relativi all’armamento e alla manutenzione della linea ferroviaria e segnali e dispositivi di varie epoche.

È stato perfino rimontato l’intero Apparato Centrale Elettrico (ACE) della stazione FSE di Zollino, attivato nel 1964, che ricostruisce fedelmente una tipica sala da Dirigente Movimento utilizzata fino al 2007. La chicca? Sul manichino gli abiti originali da Capostazione sono quelli di chi ci ha fatto da Cicerone, il signor Clodomiro che prima di diventare responsabile della stazione di Novoli ha diretto per anni quella di Zollino.

Prima di salutarci abbiamo ammirato il plastico in scala H0 lungo 14 metri che riproduce un’ambientazione tipicamente pugliese in cui è inserita la riproduzione della stazione FS di Fasano e dei due grandi viadotti per superare la Gravina Maggiore di Castellaneta.
Un’altra perfetta riproduzione da guardare con il naso all’insù è quella dedicata alle ferrovie forestali tipo “Decauville” della Foresta Umbra sul promontorio del Gargano in Puglia, in esercizio tra la fine del 1800 e i primi anni ’60 del XX secolo.

Un po’ melanconici abbiamo salutato il signor Mascia dopo questo viaggio lento e pieno di persone e cose da guardare e ascoltare, così come la vita con tutte le sue storie.

Museo Ferroviario
Via Giuseppe Codacci Pisanelli, 3 – Lecce
www.museoferroviariodellapuglia.it

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Rosalia
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Comments

  1. Uh, me lo segno per quando vengo a Lecce!! Finora a me è capitato solo di incrociare una carrozza in un stazioncina ligure che si vedeva che non era di adesso, e più di recente a Bellano (lago di Como) la biglietteria e la sala d’aspetto son rimaste quelle di almeno cent’anni fa.
    Son luoghi della memoria che legano passato, presente e futuro anche, accendono tutte le emozioni di viaggio possibili.

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