Si sente parlare spesso di “due Venezie”: quella monumentale che tutti conosciamo e che chiunque si reca nel centro della laguna veneta deve visitare partendo da Piazza San Marco, e quella cosiddetta minore, senza grandi architetture e opere d’arte ma caratterizzata da una edilizia diffusa che ne fa una città nella città. Ma, in realtà, c’è un’unica, grande e sfaccettata Venezia. E la città di monumenti e palazzi esiste solo perché c’è l’altra fatta di piccole case, calli tortuose e campielli solitari. Nella parte più nascosta e più lontana da quel turismo a volte esasperante che intasa la zona tutt’intorno al Canal Grande il tessuto urbano è fitto, quasi un labirinto, che non manca di palazzi, monumenti e chiese tutti da scoprire.
Il lato più nascosto di Venezia
Quando abbiamo scelto di visitare Venezia con il nostro Arturo, pur non rinunciando alle visite canoniche ai luoghi da cartolina, abbiamo dato la priorità al dedalo di viuzze dei quartieri meno battuti. E passeggiando tra ponti e campi, ne abbiamo trovato la vera anima. All’inizio la scelta di “disertare” il Canal Grande è stata quasi obbligata: dopo il primo giro in vaporetto, Arturo ha chiaramente mostrato che non gradiva affatto il frastuono e il via vai a bordo del mezzo. Per cui, dopo l’obbligatorio percorso a pelo d’acqua su una delle “strade” più belle del mondo, abbiamo deciso di girare Venezia rigorosamente a piedi, mettendo in conto tutta la stanchezza che fino a sera prende le membra: camminando per sestieri si macinano chilometri!
Ma vogliamo comunque sottolineare che a Venezia cani, gatti e persino uccelli, criceti e altri animali di piccole dimensioni sono ammessi gratis su tutti i mezzi dell’Azienda del consorzio trasporti.
Evitando i percorsi più battuti Venezia ci è apparsa, con la sua atmosfera unica, in tutta la sua bellezza più segreta. Abbiamo cominciato a “esplorarla” dal sestiere Dorsoduro, dove si trova lo Squero di San Trovaso, antico cantiere navale risalente al Seicento: qui vengono costruite e riparate le gondole seguendo non solo metodi tradizionali, ma utilizzando attrezzi d’epoca. Occorrono ben otto tipi di legno diversi e tre mesi di lavoro per fabbricare una gondola.
Cuore di Dorsoduro è il Campo Santa Margherita, uno spazio esteso e alberato che fa quasi dimenticare di essere a Venezia: non si vedono canali né gondole e fin qui si avventurano pochi turisti. Mentre al mattino si svolge uno dei mercati più affollati, a ogni ora del giorno e della notte il campo è invaso dagli studenti che qui si ritrovano ai tavolini dei numerosi caffè. Un lato della piazza è dominato da due antichi edifici dell’Ordine dei Carmelitani: la Scuola Grande e la Chiesa dei Carmini, la prima con il soffitto decorato da meravigliosi affreschi del Tiepolo mentre la seconda custodisce al suo interno splendidi dipinti di Cima da Conegliano e di Lorenzo Lotto. La suggestione è massima nel tardo pomeriggio, quando la luce del sole invade la chiesa, illuminando magicamente le statue di legno dorato che adornano gli archi della navata centrale.
Dopo il tempo dedicato all’arte, giunge il momento di una sosta per bere o mangiare qualcosa. Seduti a un bar in Campo San Barnaba, si può ammirare il via vai intorno a uno dei luoghi più fotografati della Venezia “minore”: nel punto in cui il rio terà (un ex canale lastricato, terà significa interrato) incontra il canale, sotto il Ponte dei Pugni, c’è la barca Mario, uno dei pochi negozi galleggianti di frutta e verdura che ancora esistono in città.
In San Polo, un vero “gioiello” è rappresentato dagli edifici del complesso di San Giovanni Evangelista che si affacciano sul campiello della Scuola, preceduto da un piccolo cortile riccamente ornato da un pregevolissimo accesso, il divisorio marmoreo di Pietro Lombardo, una delle più originali realizzazioni dell’architettura quattrocentesca a Venezia.
Maestosa la Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari, che conserva memorie e fasti di più di 500 anni di storia veneziana. All’interno, il coro dei monaci con un alto recinto marmoreo con 124 stalli in legno riccamente intarsiato e, sull’altare maggiore, il capolavoro di Tiziano, la grande pala dell’Assunta. Una curiosità: il campanile dei Frari è, con i suoi 70 metri di altezza, secondo solo a quello di San Marco.